Alla fine anche il case é arrivato. Leggere la tracciatura del pacco sembra un’epopea…invece sono bastati pochi giorni. Partito da Hong Kong, stoccato a Londra, arrivato in Italia a Fiumicino per poi finire a Peschiera Borromeo ed in fine….qui. Incredibile se ci pensate.

Comunque, il case é qui. Confezione perfetta, anch’essa in tema col design stile nes anni ’80. Una volta aperta la confezione il case, per quanto di plastica (come il vecchio nes del resto…) si presenta ben costruito. Senza sbavature e solido nonostante le piccole dimensioni. Le istruzioni, essenziali ma complete, mi guidano rapidamente al montaggio del raspberry al suo interno. Nella confezione c’é anche un piccolo cacciavite che rende inutile la ricerca di ogni altro utensile. In pochi minuti il case é montato.

Da principio provo i pulsanti di accensione e reset senza chiudere il case fissando i due mezzi guschi con le viti ma solo per scaramanzia….la volta che chiudi subito tutto é quella in cui devi riaprire per correggere qualcosa…ma anche questa precauzione si rivela inutile. Il pulsante di accensione funziona e si blocca dove deve in modo netto. Il pulsante di reset fa il suo lavoro e la macchina fa reboot in modo immediato. Anche tutte le porte esterne usb e ethernet sono funzionanti… Fantastico.

Tutti i dubbi su qualche tipo di malfunzionamento alla fine spariscono ed eccola li la mini retroconsole finalmente completa. Fa quasi tenerezza vista accanto alla play… Software e hardware del 2017 da oltre 4 teraflops con accanto una scatolina piena di sofware incredibili scritti negli anni ’80, quando il teraflop non era neanche usato come unità di misura…

E con questo la retroconsole definitiva é conclusa. Cosa dire? Adesso c’é solo da divertirsi!

In realtà anche costruirla, un componente alla volta, imparando tutto quello che c’era da imparare é stato un viaggio oltre che un divertimento e come tutti i viaggi per quanto piccoli, ora che é concluso, lascia un po’ quell’amaro in bocca di quando ti chiedi….e adesso? Ho proprio finito?

In realtà la tecnologia ti lascia sempre spazio per cambiarla ma direi che per adesso basta cosí. Sarà costata anche poco la retroconsole dei sogni ma di ordini su amazon direi che ne abbiamo fatti abbastanza. Stop! Ora si gioca (come se prima non l’avessimo già fatto….) e al massimo si fa un po’di tuning, che non guasta mai.

Per quello che conta, vorrei solo dire un grande grazie a tutte le persone che hanno messo insieme il progetto RetroPie e a quell’esercito di programmatori appassionati in tutto il mondo che hanno scritto tutti gli emulatori, dal Mame in avanti, che a distanza di quasi quarant’anni fanno ancora funzionare questi piccoli gioielli di software su hardware una volta impensabili. Siete grandi ragazzi, dal primo all’ultimo!

A voi le foto e sopratutto,  buon retrogaming a tutti!

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p.s. per chi vuole vedere come siamo arrivati qui e per chi vuole farsi in casa con poco la propria retroconsole, vi rimando ovviamente alle puntate precedenti del blog. Buon viaggio 😉

 

 

 

 

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