No Man’s Sky: esploratori di un universo sconosciuto

Cos’è “No Man’s Sky”?
E’ un gioco di esplorazione spaziale in cui vestite i panni di un avventuriero, risvegliatosi dopo un incidente e completamente disperso su uno dei tanti pianeti di un’immensa galassia. A vostra disposizione avete sola la vostra astronave, da riparare, la vostra tuta di sopravvivenza con relativo zaino e un oggetto singolare, chiamato multitool. Quest’ultimo è utile sia per difendervi che per estrarre minerali dalle rocce e dalla vegetazione che incontrerete.
I minerali sono la chiave per costruire qualsiasi cosa in quanto le loro combinazioni vi permetteranno di creare elementi pià complessi e addirittura oggetti. Un po’ alla Minecraft.

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Solo una volta rimessa in sesto l’astronave, attività che ovviamente ha la funzione di un mero tutorial, potrete cominciare il vostro viaggio. La destinazione è addirittura il centro della galassia. Il perchè vi siate diretti non vi è dato saperlo ma in fondo non è neanche realmente così importante. Il vero scopo del gioco, fin dall’inizio, sembra essere il viaggio stesso.
Questo è solo un rapido preambolo utile a inquadrare la tipologia di gioco ma, come ho anticipato all’apertura del sito, questa non vuole essere una recensione puntuale ricca di dettagli, bensì la descrizione di un’esperienza.

Ci sono giochi su cui lavorano gruppi di sceneggiatori, team di grafici, dozzine di programmatori ed eserciti di beta tester. NMS non é uno di questi. Eppure, con tutti i limiti di un titolo indipendente dal budget ristretto, questo titolo da fin da subito mi ha dato la sensazione che pochi altri prima erano riusciti a darmi: l’emozione di essere “la dove nessuno era mai giunto prima”.

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Una galassia infinita. O quasi.
Per chi non lo sapesse nonostante la massiccia campagna pubblicitaria Sony, l’idea originale alla base di NMS é quella di aver creato un universo di pianeti interamente grazie ad un algoritmo procedurale. Per farla breve gli sviluppatori hanno messo insieme una serie di algoritmi matematici e regole fisiche per generare automaticamente un intero universo fatto di stelle, pianeti e asteroidi. I numeri dicono: oltre 18 trilioni di pianeti. Su ogni pianeta potete trovare oceani e continenti con vegetazione e animali anch’essi creati sulla base di algoritmi automatici procedurali e pseudocasuali con la stessa logica fatta di procedure e una certa dose di casualitá.
Perché?
Per creare un universo realmente sconfinato ed inesplorato dove tutto é possibile. In cui ogni luogo da voi scoperto é realmente qualcosa che “nessun uomo ha mai visto prima”…neanche gli sviluppatori stessi.

Ha dei limiti tutto questo?
Certamente si e dopo un po’ alcune ripetizioni le vedrete. Per quanto variagati gli algoritmi ovviamente non sono a livello di quelli naturali che plasmano il nostro universo e una certa quantità di elementi dopo un po’ li riconoscerete. Ma in realtà questo non importa.
La cosa importante é che la tua prima ora su NMS é fantastica. Mi sono sentito un ragazzino che entrava in una puntata di Star Trek chiedendomi: cosa ci sarà su quel pianeta? L’aria sará respirabile? Ghiacciai o clima torrido? Ci saranno animali? E come saranno fatti?
La sensazione c’é e per un attimo ti senti davvero un esploratore.

Poi il gioco va avanti e comincia il viaggio fra le stelle.

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Dove sono adesso?
Sono ormai oltre il trentesimo salto nell’hyperspazio (quindi ho visto altrettanti sistemi stellari anche se non per intero…troppi pianeti!) e la sensazione c’é ancora.
Potrei parlarvi di quel pianeta dalle singolari formazioni rocciose che sembravano immense radici, oppure di quella piccola luna boscosa che orbitava accanto a quel pianeta gigante rosso… questo gioco é fatto di questo: del gusto di esplorare.
É perfetto in questo? Assolutamente no. I limiti degli algoritmi come dicevo dopo un po diventano palesi. Ma non importa perché non mi sono ancora stancato e ogni volta che penso di aver visto tutte le possibili varianti trovo qualcosa di nuovo ed inaspettato.
Ho letto diversi articoli in rete sui limiti di questo titolo rispetto a quanto inizialmente era stato promesso ma l’idea alla sua base rimane comunque unica e una chance la merita. Se vale o meno il suo costo, davanti ad un’idea del genere, per ora è secondo me una cosa davvero soggettiva.

Per il resto vi aggiornerò più avanti.
Ora devo trovare il modo di procurarmi altra antimateria: ho un appuntamento con l’Atlas nel prossimo sistema stellare. Non facciamolo aspettare…